
Alcuni associati ACEP che conoscevano personalmente il DJ e tifoso della Lazio
Gabriele SANDRI, colpito a morte per un tragico errore domenica mattina 11 novembre in un Autogrill vicino ad Arezzo, da un proiettile esploso accidentalmente da un agente delle Forze dell'ordine, ci hanno chiesto di ricordare con qualche riga la sua memoria. "Ama la musica in tutte le sue sfaccettature e compra tutto ciò che gli piace... dal disco techno a quello funky. Proprio grazie al suo genere molto eclettico riesce a trovarsi bene in tutte le situazioni". Si raccontava così nel suo blog su MySpace, tra video di serate e foto delle vacanze e degli amici. Era una firma nota delle nottate capitoline e, nonostante i 28 anni, Gabriele SANDRI (nome d'arte Gabbo DJ) era già un nome nell'ambiente delle discoteche e dei locali romani. In estate si alternava fra la discoteca "Area", uno spazio nei pressi del Foro Italico, e vari locali della Costa Smeralda, in Sardegna; mentre durante la stagione invernale era "ospite" o "padrone di casa" in vari locali, tra cui il "Piper", dove aveva animato una serata proprio il sabato sera precedente. Poche ore dopo, la tragedia all'area di servizio di Badia al Pino: quello sparo e la fine di un giovane pieno di vita e di aspirazioni. Musica e serate, dunque, ancor prima della Lazio. Che fosse tifoso biancoceleste era risaputo, ma non si ricordano eccessi o passioni viscerali accomunabili a quella per i dischi e le piste da ballo. Da tempo seguiva raramente la squadra in trasferta e gli amici lo ricordano come un tifoso tutt'altro che accanito: la Lazio nel cuore, dunque, ma senza perdere la testa. "Allora tutto a posto per domani - scrive un amico nella serata di sabato -, orario confermato. Siamo in tre in macchina, se qualcuno ha bisogno di un passaggio…". Così lo ricordano alcuni suoi cari amici. «Certe cose lasciano un vuoto di parole, pensieri - scrive Pierluigi DJ - è davvero tutto dettato da una serie di eventi incontrollabili?! Non lo so... Ora mi viene solo da prendere le cuffie e far scorrere il vinile sotto le dita... per sentirmi libero... lontano...». «Senza parole!! addio Gabbo», scrive Niko DJ. «Mi sembra ieri il giorno in cui ci siamo conosciuti all’Heaven di Porto Rotondo - scrive Andrea - quando tu hai messo Ragazzo fortunato... oggi accendo la TV e parlano di un colpo che ti ha ucciso. Non riesco a crederci... Addio Gabbo!». «Non ti dimenticheremo mai... resterai sempre il numero 1... addio carissimo...», scrive Valerio. «Da lassù porta il meglio di quel poco che il mondo oggi ci da. Ti ricorderò sempre, come uno di noi, come uno della Lazio. Non dimenticarti la borsa dei dischi.. non riuscirei a pensarti senza. Un abbraccio, Dj Gabriele». Non importa quale colore abbia la casacca o la bandiera della squadra del cuore: chi ama la musica, odia la violenza. Chi ama la musica, non risponde alla violenza con altra violenza.