
Gli stranieri hanno prevalso tra gli ensemble, ma c'era quasi da aspettarselo. Con una giuria anglosassone per quattro quinti e una maggiore vocazione oltralpe per il canto a cappella, il tipo di gruppo con voci soliste e altre destinate alla batteria e al basso ha sicuramente fatto più presa, Ma dato che i giurati erano comunque cantanti dall'orecchio allenato, ecco che sono arrivati riconoscimenti paralleli per cori e solisti di casa nostra. In sintesi può essere questo lo spirito della terza edizione della Solevoci competition, all'interno del festival Solevoci, la manifestazione che ogni anno raccoglie il meglio del canto a cappella in Italia e che è diventato un punto di riferimento anche all'estero.Basti pensare alla giuria: gli americani Kirby Shaw (presidente) e Jack Moulton (del gruppo Housejacks), il canadese Kevin Fox e il tedesco Tobias Hug (due degli otto Swingle Singers) e l'italiano Alberto Odone (conservatorio di Como). E al fatto che due gruppi dei quattro finalisti della categoria ensemble arrivassero dall'estero.Ci soffermiamo a questo tipo di competizione (l'altra categoria, quella dei gruppi con più di otto elementi si avvicina maggiormente al coro tradizionale) dove agli austriaci Ois Voice e agli olandesi Shiva Knows si sono contrapposti gli italiani Quartetto ma non troppo e gli Echos Vocal. A due formazioni dove batteria vocale e beatbox erano utilizzati in modo naturale, i gruppi del nostro paese hanno risposto in due modi totalmente differenti. Il primo, quello degli QMNT, presentava una rilettura della canzone d'autore italiana (da Gorni Kramer a Virgilio Savona) in chiave cabarettistica con piccoli quadretti che contenevano pezzi di uno o più brani. Una sintesi di uno spettacolo più lungo e strutturato dedicato alla tematica dell'amore.I sardi Echos Vocal invece si sono avventurati su un un terreno minato, considerando chi li doveva giudicare. Quattro uomini e quattro donne, come gli Swingle Singers, hanno presentato brani anche del repertorio di quel gruppo. Ma hanno scelto arrangiamenti più consoni alla loro tecnica, tanto da ottenere il premio per la miglior interpretazione di un brano, ovvero Bohemiam Rapsody dei Queen riletta senza effetti speciali e con una tecnica sicura. Hanno vinto gli austriaci Ois Voice, magari meno dotati degli olandesi Shiva Knows che hanno però indugiato su un repertorio troppo analogo a quello di una formazione notissima del genere, gli svedesi Real Group. Tra i brani degli Ois Voice, Sensazione, una canzone con parole italiane e tedesche creata apposta per il festival.Ricordiamo anche che l'altra categoria è stata vinta dal Coro dei civici corsi jazz di Milano e che in questa sono stati assegnati gli altri premi speciali (“programma di maggior interesse” al Coro Viva voce di Aosta, premio “miglior solista” a Serena Zerri del Coro dei civici corsi di jazz di Milano e miglior direttore Francesca Martra del Coro degli amici di Giò da Torino).Dopo la serata beatbox con gli austriaci Mauf , il festival si è concluso con il concerto dei Cluster. La loro esibizione, preceduta da quella degli eccellenti belgi Witloof Bay giunti a sorpresa a Varese, ha confermato la loro tecnica nel canto con il microfono che li pone ai primi posti tra i gruppi europei. Da bravi genovesi hanno voluto (doverosamente) omaggiare Luigi Tenco e Fabrizio de André, ma anche in questo caso hanno proposto armonie jazzate che ricordano la scuola dei Take 6 e percussioni legate all’improvvisazione. Una scaletta molto varia, con la vocazione a intramezzare momenti di bravura tecnica, ma la loro è un’esibizione che non ammette sbavature nel trattamento del suono attraverso il mixer. Attendiamo il nuovo album di prossima uscita per avere un’ulteriore conferma delle loro doti. Da settembre si apriranno le iscrizioni alla prossima edizione di Solevoci. L’auspicio è di trovare sempre di più gruppi italiani che possano competere alla pari con le “corazzate” dall'estero.